Le rughe da fotoaging sul viso

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L’esposizione cronica al sole favorisce la formazione delle rughe da fotoaging sul viso e sul décolleté. Vediamo come prevenirle e come trattarle.

Nella stagione estiva la pelle è continuamente esposta al sole. Non solo quando siamo in spiaggia, ma anche quando usciamo a piedi o in auto, quando ci rilassiamo in terrazzo, e comunque ogni volta che usciamo di giorno all’aria aperta. L’esposizione al sole favorisce il fotoaging, il processo di invecchiamento cutaneo che ha come causa principale i raggi UVA e UVB, che compongono la radiazione solare. 

In ogni caso e con un linguaggio molto più comune, sappiamo tutti da sempre che il sole “invecchia la pelle”. Non per questo abbiamo mai rinunciato ad una bella abbronzatura, ma con gli anni vediamo che la pelle, in particolare nelle parti più delicate e più esposte, come il viso ed il décolleté, tende a rimanere più secca e disidratata. Iniziano inoltre a comparire delle rughette particolari, che fanno apparire la pelle come fosse sgualcita: sono le cosiddette rughe attiniche o da tramatura cutanea, le quali fanno apparire la pelle molto simile al tessuto di una pergamena.

Con gli anni cerchiamo allora di acquistare delle creme con un fattore di protezione dal sole (SPF, Sun Protection Factor) sempre più alto. Sul viso, arriviamo ad applicare anche una protezione 50, anche se la nostra carnagione non è poi così chiara. Sappiamo che magari con una protezione 30 non arriveremo a scottarci, ma la paura di vederci poi con delle rughe in più è più forte e quindi applichiamo la protezione più alta possibile.

Sulla prevenzione del fotoaging, e quindi della formazione delle tanto fastidiose rughe su viso, collo e décolleté, possiamo agire attraverso delle creme e una skin care dedicata, unita ad una corretta alimentazione. Non dobbiamo dimenticare che la pelle si nutre anche dall’interno, e soprattutto un’adeguata idratazione è fondamentale.

Esistono poi dei trattamenti di medicina estetica innovativi e non invasivi, che permettono di migliorare l’aspetto della pelle con risultati molto naturali. Parliamo ad esempio degli ultrasuoni microfocalizzati ecoguidati, primo e unico lifting non chirurgico approvato dall’FDA (rigido ente di controllo americano), che attraverso il calore generato dagli ultrasuoni stimola la produzione di collagene e la contrazione delle fibre collagene esistenti, con un effetto di skin tightening, ossia un miglioramento della qualità e della compattezza del tessuto cutaneo.

Cos’è il fotoaging

Con il termine fotoaging si intende quel processo di invecchiamento cutaneo causato principalmente dall’esposizione ai raggi ultravioletti (UV) del sole. Questi raggi penetrano negli strati più profondi della pelle, danneggiando il collagene e le fibre elastiche che forniscono struttura e turgore alla pelle. Con il tempo, il fotoaging può portare alla comparsa di rughe, macchie cutanee e un aspetto complessivamente invecchiato.

I raggi UV del sole sono classificati in tre tipi: UVA, UVB e UVC. Mentre i raggi UVC vengono assorbiti dall’atmosfera e non raggiungono la superficie terrestre, sia i raggi UVA che UVB possono danneggiare la pelle. I raggi UVA penetrano più profondamente rispetto ai raggi UVB e sono responsabili del danneggiamento del collagene e delle fibre elastiche. I raggi UVB, d’altra parte, possono causare scottature e danneggiare il DNA delle cellule cutanee.

I raggi UVA e UVB incrementano infatti nell’organismo la produzione dei radicali liberi, molecole chimiche particolarmente reattive. I radicali liberi in eccesso possono arrecare danni al DNA cellulare e favorire la degradazione di collagene, elastina e acido ialuronico. Collagene ed elastina sono fondamentali per mantenere la struttura della pelle: nel derma formano una rete solida e stabile, la quale permette alla pelle di essere sempre compatta ed elastica. L’acido ialuronico è invece indispensabile per l’idratazione ed il turgore del tessuto cutaneo: legandosi a moltissime molecole di acqua, l’acido ialuronico forma una matrice gelatinosa che mantiene intatti i volumi del volto ed il turgore della pelle. Una carenza di collagene, elastina ed acido ialuronico porta inevitabilmente all’invecchiamento cutaneo.

La pelle del viso, del collo e del décolleté è particolarmente suscettibile al fotoaging, perché è generalmente quella esposta più frequentemente al sole rispetto alle altre parti del corpo. 

I principali segni del fotoaging possono essere:

  • Rughe: la riduzione del collagene e delle fibre elastiche causa la comparsa di rughe (le cosiddette rughe attiniche o da tramatura cutanea) e linee sottili, soprattutto intorno agli occhi, intorno alle labbra e sulla fronte;
  • Macchie solari: il fotoaging può portare alla comparsa di macchie scure sulla pelle, conosciute anche come lentiggini o macchie solari, che sono il risultato di un’eccessiva produzione di melanina;
  • Pelle ispessita e ruvida: il fotoaging rende la pelle più secca, ispessita e ruvida. Il tessuto perde freschezza e luminosità;
  • Perdita di elasticità: il danneggiamento delle fibre di collagene e di elastina può causare una perdita di elasticità della pelle, rendendola meno tonica e più flaccida;
  • Teleangectasie: il fotoaging può causare la comparsa di piccoli vasi sanguigni dilatati e visibili sulla superficie della pelle.

Prevenire il fotoaging con alimentazione e skin care

Anche l’alimentazione gioca un ruolo importante nella prevenzione dei danni da fotoaging. La corretta idratazione è di fondamentale importanza, così come l’apporto di vitamine, sali minerali e antiossidanti. Queste sostanze sono contenute in abbondanza nella frutta e nella verdura di stagione, che quindi non dovrebbero mai mancare in ogni pasto. Gli antiossidanti agiscono proprio contrastando l’azione dei radicali liberi in eccesso.

Prevenire il fotoaging vuol dire inoltre fare attenzione alla cura della pelle. È importante ovviamente la protezione solare: l’applicazione quotidiana di una crema solare con un ampio spettro di protezione (ossia in grado di schermare sia i raggi UVA che UVB) e con un fattore di protezione solare (SPF) adeguato al proprio fototipo di pelle è fondamentale per ridurre i danni derivanti dall’esposizione ai raggi UV.

Per proteggere viso, collo e décolleté dal sole può essere utile indossare cappelli a tesa larga e occhiali da sole con protezione UV, i quali coprendo le zone limitano l’azione dei raggi solari. Evitare sempre di esporsi al sole nelle ore più calde della giornata, ad esempio dalle 12:00 alle 16:00: in questo modo si può ridurre l’esposizione ai raggi più intensi.

Nella stagione estiva, o comunque dopo una giornata di esposizione al sole, è utile nutrire la pelle con prodotti cosmetici contenenti acido ialuronico e antiossidanti come la vitamina C e la vitamina E.

Contrastare il fotoaging con gli ultrasuoni microfocalizzati ecoguidati

Gli ultrasuoni microfocalizzati ecoguidati sono molto utili nel contrastare i danni da fotoaging. Attraverso il trattamento è possibile non solo eliminare rughe e altri segni tipici dell’invecchiamento cutaneo, ma anche migliorare in generale l’aspetto e la qualità della pelle.

Il calore emesso dagli ultrasuoni ad una determinata frequenza può infatti essere veicolato (grazie all’ecografo) sia più in profondità e quindi nel derma, dove stimola la produzione di nuovo collagene ed elastina, e sia più in superficie dove porta alla contrazione delle fibre collagene esistenti, migliorando compattezza e tonicità del tessuto cutaneo.

Il trattamento non è assolutamente invasivo, ma consiste nel passaggio di un manipolo collegato alla macchina ad ultrasuoni sulle zone da trattare, seguendo un meccanismo di linee specifico impostato dal medico estetico.

“Gli ultrasuoni microfocalizzati hanno la capacità fisica di stimolare i tessuti in profondità senza lasciare alcun segno sulla superficie della pelle”, sottolinea il Dott. Mirko Manola, Centro Medico Certificato Ultherapy®. “Questo significa che le pazienti subito dopo la seduta di lifting non chirurgico con ultrasuoni microfocalizzati possono tornare immediatamente alle proprie attività quotidiane.”

Gli ultrasuoni microfocalizzati, passando attraverso la cute in modo separato senza danneggiarne la superficie, si intersecano alla profondità desiderata. A quel livello, si uniscono e provocano un processo di innalzamento della temperatura controllata che, dopo 45-60 giorni, porta a una retrazione dei tessuti.

 

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